Monocito-macrofago
Definizione medica del termine Monocito-macrofago
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Definizione di Monocito-macrofago
Monocito-macrofago
Indice:La fagocitosi professionistaLa fagocitosi immunecellula del sistema immunitario (leucociti) dal nucleo reniforme e di grandi dimensioni (12-20 µm).
I monociti prodotti dal midollo osseo giungono al circolo sanguigno dove rimangono per circa un giorno, per poi migrare nei tessuti, dove possono vivere per vari mesi.
In seguito a questa migrazione i monociti si trasformano, assumendo forme e attitudini funzionali diverse, in relazione al tessuto in cui vanno a localizzarsi.La fagocitosi professionistaLa caratteristica principale dei monociti, sia che si trovino nel circolo sanguigno sia che si trovino localizzati nei tessuti, è la notevolissima capacità di inglobare e distruggere antigeni (fagocitosi professionista), che ha valso loro l’appellativo di macrofagi, cioè grandi mangiatori.
Nel loro insieme i monociti-macrofagi svolgono importantissime funzioni nell’ambito dell’immunità, secernendo diversi tipi di molecole, interagendo e cooperando con altre cellule del sistema immunitario.
Alcune delle sostanze secrete dai monociti-macrofagi, come il lisozima e gli enzimi lisosomiali, sono comuni anche ai granulociti, mentre altre sono peculiari.
Particolarmente importante è l’interleuchina-1, che esiste in due forme, alfa e beta.
Si tratta di due glicoproteine che facilitano l’attivazione dei linfociti T da parte dei monociti-macrofagi, promuovono la moltiplicazione dei fibroblasti (di conseguenza favoriscono la guarigione delle ferite che sono una delle porte d’ingresso per i microrganismi), e sono endopirogeni, cioè sostanze che determinano la febbre agendo sul sistema di regolazione termostatica dell’organismo.
Le sostanze che i monociti-macrofagi sono in grado di fagocitare vanno dai batteri ai residui di cellule morte, alle sostanze chimiche e minerali tossiche introdotte nell’organismo.
Non si rivolgono invece contro le cellule vitali dell’organismo di cui fanno parte, o di organismi simili.
I monociti-macrofagi non sono capaci di riconoscere come estranee le molecole presenti sulla superficie di cellule evolutivamente vicine.
Sono riconosciute come estranee e fagocitate solo le cellule che presentano, come per esempio, i batteri, cariche elettriche e metabolismi molto dissimili dalle cellule dell’organismo a cui i monociti-macrofagi appartengono.
Questo criterio di riconoscimento adottato dai monociti-macrofagi è piuttosto grossolano: infatti alcuni batteri sono capaci di mimetizzarsi, avendo acquisito casualmente strutture di superficie presenti in molte cellule superiori, che sono in grado di bloccare la fagocitosi.La fagocitosi immuneIl sistema immunitario ha sviluppato nei monociti-macrofagi un meccanismo di riconoscimento più raffinato, conosciuto come fagocitosi immune.
Se una struttura estranea ha la superficie ricoperta da uno dei fattori attivati dalla cascata del complemento (il C3b) oppure da anticorpi, se cioè è stata opsonizzata, il monocito-macrofago può riconoscere con i recettori della propria membrana, con estrema precisione, la struttura da fagocitare aumentando da 10 a 100 volte l’efficienza della fagocitosi.
Ai fini della difesa immunitariala fagocitosi gioca un ruolo fondamentale in quanto, accoppiata con la capacità di uccidere i microrganismi fagocitati mediante gli enzimi dei lisosomi, costituisce uno dei più importanti meccanismi naturali di difesa contro i batteri.
Inoltre, la fagocitosi e la successiva degradazione delle sostanze ingerite hanno reso possibile ai monociti-macrofagi l’importante funzione di “presentare” l’antigene ai linfociti T e di cooperare con loro in uno dei più evoluti meccanismi di difesa immunitaria.
Molte delle funzioni dei monociti-macrofagi possono essere svolte in un normale stato di quiescenza, stato che caratterizza i monociti-macrofagi presenti in un organismo sano e non stimolato.
Tuttavia, alcune sostanze e fattori (fattori secreti da altri leucociti in seguito al riconoscimento di sostanze estranee; sostanze secrete da prodotti batterici; sostanze estranee di varia natura; intensa fagocitosi di batteri e corpi estranei) possono attivare i monociti-macrofagi ponendoli in grado di esercitare in maniera molto più intensa la maggior parte delle loro normali funzioni.
I monociti-macrofagi attivati sono inoltre capaci di uccidere, indipendentemente dai meccanismi della fagocitosi, cellule tumorali e parassiti monocellulari e pluricellulari.
Inoltre gli anticorpi, legandosi ai monociti-macrofagi mediante il recettore di membrana, ne orientano l’attività litica.
Il meccanismo prende il nome di citotossicità cellulare anticorpo-dipendente.
Ne risulta un efficientissimo meccanismo di difesa, che unisce la potenza distruttiva dei monociti-macrofagi alla capacità di riconoscimento specifico degli anticorpi.
I monociti prodotti dal midollo osseo giungono al circolo sanguigno dove rimangono per circa un giorno, per poi migrare nei tessuti, dove possono vivere per vari mesi.
In seguito a questa migrazione i monociti si trasformano, assumendo forme e attitudini funzionali diverse, in relazione al tessuto in cui vanno a localizzarsi.La fagocitosi professionistaLa caratteristica principale dei monociti, sia che si trovino nel circolo sanguigno sia che si trovino localizzati nei tessuti, è la notevolissima capacità di inglobare e distruggere antigeni (fagocitosi professionista), che ha valso loro l’appellativo di macrofagi, cioè grandi mangiatori.
Nel loro insieme i monociti-macrofagi svolgono importantissime funzioni nell’ambito dell’immunità, secernendo diversi tipi di molecole, interagendo e cooperando con altre cellule del sistema immunitario.
Alcune delle sostanze secrete dai monociti-macrofagi, come il lisozima e gli enzimi lisosomiali, sono comuni anche ai granulociti, mentre altre sono peculiari.
Particolarmente importante è l’interleuchina-1, che esiste in due forme, alfa e beta.
Si tratta di due glicoproteine che facilitano l’attivazione dei linfociti T da parte dei monociti-macrofagi, promuovono la moltiplicazione dei fibroblasti (di conseguenza favoriscono la guarigione delle ferite che sono una delle porte d’ingresso per i microrganismi), e sono endopirogeni, cioè sostanze che determinano la febbre agendo sul sistema di regolazione termostatica dell’organismo.
Le sostanze che i monociti-macrofagi sono in grado di fagocitare vanno dai batteri ai residui di cellule morte, alle sostanze chimiche e minerali tossiche introdotte nell’organismo.
Non si rivolgono invece contro le cellule vitali dell’organismo di cui fanno parte, o di organismi simili.
I monociti-macrofagi non sono capaci di riconoscere come estranee le molecole presenti sulla superficie di cellule evolutivamente vicine.
Sono riconosciute come estranee e fagocitate solo le cellule che presentano, come per esempio, i batteri, cariche elettriche e metabolismi molto dissimili dalle cellule dell’organismo a cui i monociti-macrofagi appartengono.
Questo criterio di riconoscimento adottato dai monociti-macrofagi è piuttosto grossolano: infatti alcuni batteri sono capaci di mimetizzarsi, avendo acquisito casualmente strutture di superficie presenti in molte cellule superiori, che sono in grado di bloccare la fagocitosi.La fagocitosi immuneIl sistema immunitario ha sviluppato nei monociti-macrofagi un meccanismo di riconoscimento più raffinato, conosciuto come fagocitosi immune.
Se una struttura estranea ha la superficie ricoperta da uno dei fattori attivati dalla cascata del complemento (il C3b) oppure da anticorpi, se cioè è stata opsonizzata, il monocito-macrofago può riconoscere con i recettori della propria membrana, con estrema precisione, la struttura da fagocitare aumentando da 10 a 100 volte l’efficienza della fagocitosi.
Ai fini della difesa immunitariala fagocitosi gioca un ruolo fondamentale in quanto, accoppiata con la capacità di uccidere i microrganismi fagocitati mediante gli enzimi dei lisosomi, costituisce uno dei più importanti meccanismi naturali di difesa contro i batteri.
Inoltre, la fagocitosi e la successiva degradazione delle sostanze ingerite hanno reso possibile ai monociti-macrofagi l’importante funzione di “presentare” l’antigene ai linfociti T e di cooperare con loro in uno dei più evoluti meccanismi di difesa immunitaria.
Molte delle funzioni dei monociti-macrofagi possono essere svolte in un normale stato di quiescenza, stato che caratterizza i monociti-macrofagi presenti in un organismo sano e non stimolato.
Tuttavia, alcune sostanze e fattori (fattori secreti da altri leucociti in seguito al riconoscimento di sostanze estranee; sostanze secrete da prodotti batterici; sostanze estranee di varia natura; intensa fagocitosi di batteri e corpi estranei) possono attivare i monociti-macrofagi ponendoli in grado di esercitare in maniera molto più intensa la maggior parte delle loro normali funzioni.
I monociti-macrofagi attivati sono inoltre capaci di uccidere, indipendentemente dai meccanismi della fagocitosi, cellule tumorali e parassiti monocellulari e pluricellulari.
Inoltre gli anticorpi, legandosi ai monociti-macrofagi mediante il recettore di membrana, ne orientano l’attività litica.
Il meccanismo prende il nome di citotossicità cellulare anticorpo-dipendente.
Ne risulta un efficientissimo meccanismo di difesa, che unisce la potenza distruttiva dei monociti-macrofagi alla capacità di riconoscimento specifico degli anticorpi.
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