Tossicodipendenza
Definizione medica del termine Tossicodipendenza
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Definizione di Tossicodipendenza
Tossicodipendenza
Indice:La crisi di astinenza e l’overdoseConseguenze sulla salute e terapiasubordinazione fisica e psichica a una sostanza, medicamentosa o voluttuaria, stupefacente (alcol compreso).
Nel termine tossicodipendenza sono impliciti i concetti di “dipendenza” e di “assuefazione”.
Per “dipendenza” si intende l’incapacità del tossicodipendente a svolgere le normali attività quotidiane senza l’assunzione della sostanza tossica.
Per “assuefazione” si intende la necessità per il tossicodipendente di aumentare in modo progressivo i dosaggi della sostanza tossica per ottenere gli effetti ricercati.
Infatti l’organismo diventa capace di tollerare dosi della sostanza sempre più elevate a causa dell’introduzione della sostanza tossica nel suo metabolismo, ma non è più in grado di neutralizzarne gli effetti defedanti.
Le sostanze stupefacenti hanno proprietà farmacodinamiche differenti e conducono in generale all’assopimento dei meccanismi inibitori, con effetti talora marcatamente stimolanti (cocaina), talora più segnatamente sedativi (morfina, eroina e derivati), talora allucinativi (LSD).
La distinzione tra “droghe leggere” (marijuana e hashish) e “droghe pesanti” (cocaina, derivati dell’oppio ecc.) appare superata sul piano scientifico.
L’opinione secondo cui le droghe leggere non darebbero dipendenza fisica ma solo psichica e non sarebbero particolarmente dannose per l’organismo, costituendo un’alternativa morbida alle droghe pesanti, si è rivelata perlopiù infondata: la dipendenza psichica generata da queste droghe si è dimostrata piuttosto una buona base per il passaggio all’assunzione delle droghe pesanti; inoltre si sono evidenziati nei consumatori di marijuana effetti tossici sui cromosomi, sulle difese immunitarie e sui neuroni dell’encefalo.La crisi di astinenza e l’overdoseAlcune droghe se sospese volontariamente o coattivamente provocano crisi di astinenza.
I sintomi sono differenti a seconda della droga e si manifestano a 12 ore circa di distanza dall’ultima assunzione.
Gli oppiacei naturali, come l’oppio, o sintetici, come la morfina e l’eroina, danno crisi di astinenza con tachicardia, ipotensione, scialorrea, poliuria, diarrea, crampi muscolari diffusi agli arti, all’addome e al dorso, midriasi, angoscia, sensazione di morte imminente, e con comportamenti impulsivi e aggressivi verso sé o verso gli altri.
La cocaina, i barbiturici e le anfetamine, se sospesi improvvisamente, determinano sintomi ansiosi e depressivi, associati spesso a deliri e talvolta ad allucinazioni L’intossicazione acuta, che può giungere a mettere in pericolo di vita il tossicodipendente, può essere conseguenza di un iperdosaggio (overdose), ma è anche provocata dall’associazione di diverse sostanze tossiche che si potenziano vicendevolmente.Conseguenze sulla salute e terapiaSul piano fisico i danni provocati dalla tossicodipendenza sono dovuti sia all’azione tossica delle droghe in quanto tali, sia alle sostanze usate dagli spacciatori per “tagliare” la droga, sia alle condizioni igieniche precarie in cui perlopiù si svolge la vita del tossicodipendente.
L’azione tossica diretta delle droghe è particolarmente forte per l’alcol (vedi alcolismo), gli oppiacei (con generale decadimento fisico e possibili danni neurologici), i solventi (con gravissimi danni epatici ed ematologici fino a possibile morte improvvisa); alterazioni del patrimonio genetico sono provocate dagli allucinogeni.
L’uso promiscuo di siringhe per iniettarsi la droga è responsabile della diffusione dell’AIDS e di gravi forme di epatite tra i tossicodipendenti, le cui difese immunitarie sono ulteriormente indebolite dalle condizioni di precarietà e di emarginazione indotte dalla continua ricerca della droga, dal generale decadimento fisico, dalle sostanze aggiunte alle droghe dagli spacciatori.
Sul piano psichico in generale la tossicodipendenza vede come quadro di partenza personalità fragili, tendenti a instaurare dipendenze compensative delle frustrazioni esistenziali e sociali, con forti pulsioni autodistruttive, anche se spesso mascherate sotto forma di adesione a subculture trasgressive, oppure, specie nel caso di dipendenza da stimolanti come la cocaina e le anfetamine, legate a valori di successo a ogni costo e all’adesione a modelli voluttuari di prestigio.
La terapia delle tossicodipendenze è strettamente legata alla volontà del tossicodipendente di disintossicarsi e di uscire dalla dipendenza.
Nel caso in cui questa volontà difetti possono essere utili provvedimenti per sottrarre il tossicodipendente allo spaccio e all’emarginazione, per esempio, con somministrazione sostitutiva controllata di metadone presso le strutture sanitarie pubbliche.
Preziosa è l’opera delle numerose comunità terapeutiche che hanno affrontato il problema della tossicodipendenzane affrontata con modalità diverse a seconda degli indirizzi dei vari centri, ma prevede comunque la disintossicazione e una psicoterapia di appoggio, avendo come obiettivi la disassuefazione, la ricostruzione della personalità e il reinserimento sociale.
Nel termine tossicodipendenza sono impliciti i concetti di “dipendenza” e di “assuefazione”.
Per “dipendenza” si intende l’incapacità del tossicodipendente a svolgere le normali attività quotidiane senza l’assunzione della sostanza tossica.
Per “assuefazione” si intende la necessità per il tossicodipendente di aumentare in modo progressivo i dosaggi della sostanza tossica per ottenere gli effetti ricercati.
Infatti l’organismo diventa capace di tollerare dosi della sostanza sempre più elevate a causa dell’introduzione della sostanza tossica nel suo metabolismo, ma non è più in grado di neutralizzarne gli effetti defedanti.
Le sostanze stupefacenti hanno proprietà farmacodinamiche differenti e conducono in generale all’assopimento dei meccanismi inibitori, con effetti talora marcatamente stimolanti (cocaina), talora più segnatamente sedativi (morfina, eroina e derivati), talora allucinativi (LSD).
La distinzione tra “droghe leggere” (marijuana e hashish) e “droghe pesanti” (cocaina, derivati dell’oppio ecc.) appare superata sul piano scientifico.
L’opinione secondo cui le droghe leggere non darebbero dipendenza fisica ma solo psichica e non sarebbero particolarmente dannose per l’organismo, costituendo un’alternativa morbida alle droghe pesanti, si è rivelata perlopiù infondata: la dipendenza psichica generata da queste droghe si è dimostrata piuttosto una buona base per il passaggio all’assunzione delle droghe pesanti; inoltre si sono evidenziati nei consumatori di marijuana effetti tossici sui cromosomi, sulle difese immunitarie e sui neuroni dell’encefalo.La crisi di astinenza e l’overdoseAlcune droghe se sospese volontariamente o coattivamente provocano crisi di astinenza.
I sintomi sono differenti a seconda della droga e si manifestano a 12 ore circa di distanza dall’ultima assunzione.
Gli oppiacei naturali, come l’oppio, o sintetici, come la morfina e l’eroina, danno crisi di astinenza con tachicardia, ipotensione, scialorrea, poliuria, diarrea, crampi muscolari diffusi agli arti, all’addome e al dorso, midriasi, angoscia, sensazione di morte imminente, e con comportamenti impulsivi e aggressivi verso sé o verso gli altri.
La cocaina, i barbiturici e le anfetamine, se sospesi improvvisamente, determinano sintomi ansiosi e depressivi, associati spesso a deliri e talvolta ad allucinazioni L’intossicazione acuta, che può giungere a mettere in pericolo di vita il tossicodipendente, può essere conseguenza di un iperdosaggio (overdose), ma è anche provocata dall’associazione di diverse sostanze tossiche che si potenziano vicendevolmente.Conseguenze sulla salute e terapiaSul piano fisico i danni provocati dalla tossicodipendenza sono dovuti sia all’azione tossica delle droghe in quanto tali, sia alle sostanze usate dagli spacciatori per “tagliare” la droga, sia alle condizioni igieniche precarie in cui perlopiù si svolge la vita del tossicodipendente.
L’azione tossica diretta delle droghe è particolarmente forte per l’alcol (vedi alcolismo), gli oppiacei (con generale decadimento fisico e possibili danni neurologici), i solventi (con gravissimi danni epatici ed ematologici fino a possibile morte improvvisa); alterazioni del patrimonio genetico sono provocate dagli allucinogeni.
L’uso promiscuo di siringhe per iniettarsi la droga è responsabile della diffusione dell’AIDS e di gravi forme di epatite tra i tossicodipendenti, le cui difese immunitarie sono ulteriormente indebolite dalle condizioni di precarietà e di emarginazione indotte dalla continua ricerca della droga, dal generale decadimento fisico, dalle sostanze aggiunte alle droghe dagli spacciatori.
Sul piano psichico in generale la tossicodipendenza vede come quadro di partenza personalità fragili, tendenti a instaurare dipendenze compensative delle frustrazioni esistenziali e sociali, con forti pulsioni autodistruttive, anche se spesso mascherate sotto forma di adesione a subculture trasgressive, oppure, specie nel caso di dipendenza da stimolanti come la cocaina e le anfetamine, legate a valori di successo a ogni costo e all’adesione a modelli voluttuari di prestigio.
La terapia delle tossicodipendenze è strettamente legata alla volontà del tossicodipendente di disintossicarsi e di uscire dalla dipendenza.
Nel caso in cui questa volontà difetti possono essere utili provvedimenti per sottrarre il tossicodipendente allo spaccio e all’emarginazione, per esempio, con somministrazione sostitutiva controllata di metadone presso le strutture sanitarie pubbliche.
Preziosa è l’opera delle numerose comunità terapeutiche che hanno affrontato il problema della tossicodipendenzane affrontata con modalità diverse a seconda degli indirizzi dei vari centri, ma prevede comunque la disintossicazione e una psicoterapia di appoggio, avendo come obiettivi la disassuefazione, la ricostruzione della personalità e il reinserimento sociale.
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