Sonno
Definizione medica del termine Sonno
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Definizione di Sonno
Sonno
Indice:Funzioni psicofisiologiche del sonnoI centri regolatori del sonnoI cicli del sonnofenomeno biologico ciclico caratterizzato dalla perdita della coscienza e dall’interruzione dei rapporti sensomotori che tengono unito il soggetto al suo ambiente.Funzioni psicofisiologiche del sonnoTutte le specie animali provviste di un sistema nervoso centralizzato presentano, secondo un ritmo più o meno regolare, un’alternanza di periodi di veglia e di periodi di sonno.
Durante il sonno i centri nervosi entrano in uno stato di apparente quiescenza, che consente però il mantenimento delle fondamentali funzioni fisiologiche, quali la respirazione, la circolazione del sangue, l’attività delle ghiandole endocrine, la termoregolazione ecc.; anche l’apparato muscolo-scheletrico mantiene un certo grado di attività durante il sonno: un vero rilasciamento muscolare, infatti, si ha solo durante il sonno profondo.
Il ritmo con cui insorge il sonno è generalmente correlato con l’alternanza del giorno e della notte (ritmo circadiano); in verità, tale coincidenza è osservabile soprattutto nell’uomo adulto, mentre in epoca neonatale e infantile il sonno e la veglia si alternano di solito più volte durante il giorno.
Circa la finalità, il sonno favorisce il restauro dell’organismo affaticato dalle più intense attività fisiche e mentali dello stato di veglia.
Accanto alla fase di riposo nelle attività dei centri cerebrali corticali (soprattutto quelle legate all’apprendimento e all’elaborazione degli stimoli sensoriali provenienti dal mondo esterno), il sonno favorisce il processo di riordino di tutte le informazioni acquisite durante la veglia, in modo da consentirne la memorizzazione in forma definitiva.
Ciò sembra dimostrato dal fatto che la privazione del sonno determina nell’uomo non solo disturbi psichici ma anche disordini della memoria.
Nonostante la perdita della coscienza, durante il sonno la capacità di percezione sensoriale è ancora presente, anche se in forma molto attenuata.
Infatti se un soggetto addormentato viene sottoposto a stimolazioni sensoriali di una certa intensità si ottiene il risveglio, a differenza di quanto si osserva nella narcosi e negli stati di coma.
Si deve ammettere che, almeno in certe fasi del sonno, permangono anche le funzioni psichiche elevate.
Di esse è espressione l’attività onirica che, indiscutibilmente, richiede una certa capacità di sviluppare il pensiero.I centri regolatori del sonnoL’alternarsi dello stato di veglia e di sonno è regolato da due sistemi cerebrali antagonisti: la stimolazione dei neuroni del sistema del sonno provoca l’addormentamento, mentre la stimolazione del sistema di veglia provoca una reazione di risveglio.
Dall’inibizione attiva reciproca di questi due sistemi, siti nel tronco encefalico (il sistema reticolare ascendente del mesencefalo e del ponte di Varolio, attivante la veglia, e il sistema ipnogeno del bulbo cerebrale, inducente il sonno, oltre ad altri centri antagonisti, siti anche al difuori del tronco), nasce il ciclo sonno-veglia.
Tale concetto di produzione attiva del sonno sostituisce la teoria passiva, secondo cui il sonno non è altro che assenza di veglia, in seguito alla cessazione delle stimolazioni provenienti dalla periferia.
Infatti, la depressione dell’attività del sistema reticolare ascendente, che mantiene la veglia attraverso l’incessante bombardamento di impulsi ricevuti dalla periferia e tramite le sue connessioni diffuse con la corteccia, è dovuta non solo all’attenuarsi di questo bombardamento centripeto, ma anche a un’inibizione attiva da parte del sistema del sonno.
I neurotrasmettitori cerebrali giocano anch’essi un ruolo importante, essendo il sonno mediato prevalentemente dalla serotonina e la veglia soprattutto dalla noradrenalina.
D’altra parte il sonno è largamente influenzato anche da fattori di ordine psichico (nell’80% dei casi l’insonnia è di origine emotiva).I cicli del sonnoÈ stato dimostrato con la tecnica elettroencefalografica che il sonno di una notte è costituito da una periodica successione di cicli, della durata di più di un’ora ciascuno, che si ripetono quattro o cinque volte in una notte; ciascun ciclo comprende quattro fasi di sonno sincronizzato, con ritmo alfa o theta o delta.
Oltre a queste fasi si ha una percentuale di sonno notturno desincronizzato, o REM (Rapid Eye Movements, movimenti oculari rapidi), in cui si verifica l’attività onirica.
Gli esperimenti in privazione di sonno hanno dato i seguenti risultati: dopo due giorni la capacità di resistere dell’individuo migliora per una sorta di adattamento; si determina un globale scadimento delle funzioni e si hanno attacchi sempre più frequenti di sonno leggero; dopo circa 100 ore si ha una grande sindrome psicotica acuta, con deliri, allucinazioni, confusione mentale, perdita del contatto con la realtà.
I tipi di sonno più importanti, relativamente alla funzione ristoratrice, sono lo stadio quarto (la fase del sonno più profondo, propria del primo terzo della notte), e lo stadio REM.
Durante il sonno i centri nervosi entrano in uno stato di apparente quiescenza, che consente però il mantenimento delle fondamentali funzioni fisiologiche, quali la respirazione, la circolazione del sangue, l’attività delle ghiandole endocrine, la termoregolazione ecc.; anche l’apparato muscolo-scheletrico mantiene un certo grado di attività durante il sonno: un vero rilasciamento muscolare, infatti, si ha solo durante il sonno profondo.
Il ritmo con cui insorge il sonno è generalmente correlato con l’alternanza del giorno e della notte (ritmo circadiano); in verità, tale coincidenza è osservabile soprattutto nell’uomo adulto, mentre in epoca neonatale e infantile il sonno e la veglia si alternano di solito più volte durante il giorno.
Circa la finalità, il sonno favorisce il restauro dell’organismo affaticato dalle più intense attività fisiche e mentali dello stato di veglia.
Accanto alla fase di riposo nelle attività dei centri cerebrali corticali (soprattutto quelle legate all’apprendimento e all’elaborazione degli stimoli sensoriali provenienti dal mondo esterno), il sonno favorisce il processo di riordino di tutte le informazioni acquisite durante la veglia, in modo da consentirne la memorizzazione in forma definitiva.
Ciò sembra dimostrato dal fatto che la privazione del sonno determina nell’uomo non solo disturbi psichici ma anche disordini della memoria.
Nonostante la perdita della coscienza, durante il sonno la capacità di percezione sensoriale è ancora presente, anche se in forma molto attenuata.
Infatti se un soggetto addormentato viene sottoposto a stimolazioni sensoriali di una certa intensità si ottiene il risveglio, a differenza di quanto si osserva nella narcosi e negli stati di coma.
Si deve ammettere che, almeno in certe fasi del sonno, permangono anche le funzioni psichiche elevate.
Di esse è espressione l’attività onirica che, indiscutibilmente, richiede una certa capacità di sviluppare il pensiero.I centri regolatori del sonnoL’alternarsi dello stato di veglia e di sonno è regolato da due sistemi cerebrali antagonisti: la stimolazione dei neuroni del sistema del sonno provoca l’addormentamento, mentre la stimolazione del sistema di veglia provoca una reazione di risveglio.
Dall’inibizione attiva reciproca di questi due sistemi, siti nel tronco encefalico (il sistema reticolare ascendente del mesencefalo e del ponte di Varolio, attivante la veglia, e il sistema ipnogeno del bulbo cerebrale, inducente il sonno, oltre ad altri centri antagonisti, siti anche al difuori del tronco), nasce il ciclo sonno-veglia.
Tale concetto di produzione attiva del sonno sostituisce la teoria passiva, secondo cui il sonno non è altro che assenza di veglia, in seguito alla cessazione delle stimolazioni provenienti dalla periferia.
Infatti, la depressione dell’attività del sistema reticolare ascendente, che mantiene la veglia attraverso l’incessante bombardamento di impulsi ricevuti dalla periferia e tramite le sue connessioni diffuse con la corteccia, è dovuta non solo all’attenuarsi di questo bombardamento centripeto, ma anche a un’inibizione attiva da parte del sistema del sonno.
I neurotrasmettitori cerebrali giocano anch’essi un ruolo importante, essendo il sonno mediato prevalentemente dalla serotonina e la veglia soprattutto dalla noradrenalina.
D’altra parte il sonno è largamente influenzato anche da fattori di ordine psichico (nell’80% dei casi l’insonnia è di origine emotiva).I cicli del sonnoÈ stato dimostrato con la tecnica elettroencefalografica che il sonno di una notte è costituito da una periodica successione di cicli, della durata di più di un’ora ciascuno, che si ripetono quattro o cinque volte in una notte; ciascun ciclo comprende quattro fasi di sonno sincronizzato, con ritmo alfa o theta o delta.
Oltre a queste fasi si ha una percentuale di sonno notturno desincronizzato, o REM (Rapid Eye Movements, movimenti oculari rapidi), in cui si verifica l’attività onirica.
Gli esperimenti in privazione di sonno hanno dato i seguenti risultati: dopo due giorni la capacità di resistere dell’individuo migliora per una sorta di adattamento; si determina un globale scadimento delle funzioni e si hanno attacchi sempre più frequenti di sonno leggero; dopo circa 100 ore si ha una grande sindrome psicotica acuta, con deliri, allucinazioni, confusione mentale, perdita del contatto con la realtà.
I tipi di sonno più importanti, relativamente alla funzione ristoratrice, sono lo stadio quarto (la fase del sonno più profondo, propria del primo terzo della notte), e lo stadio REM.
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