Cistoadenocarcinoma
Definizione medica del termine Cistoadenocarcinoma
Ultimi cercati: Antivirali - Epiglottidectomìa - Pronùcleo - Idropneumotorace - Scotoma
Definizione di Cistoadenocarcinoma
Cistoadenocarcinoma
Tumore maligno derivato dalla trasformazione del cistoma ovarico.
Il cistoadenocarcinoma prende origine in larga parte nell’epitelio di rivestimento dell’ovaio (rappresenta la quasi totalità delle neoplasie maligne di quest’organo).
Fra i tumori dell’apparato genitale femminile è secondo solo al cancro dell’utero.
Colpisce perlopiù donne in età di menopausa: oltre all’età sono considerati fattori di rischio l’assenza di gravidanze, un menarca precoce e una menopausa tardiva.
Istologicamente viene classificato in vari sottotipi (sieroso, mucinoso, endometrioide, a cellule chiare, indifferenziato, tumore di Brenner): il tipo sieroso è il più comune (circa i due terzi dei casi) e in quasi la metà delle donne colpite è bilaterale.
La neoplasia può raggiungere dimensioni notevoli senza dare sintomi particolari (vago senso di gonfiore addominale, disturbi urinari o gastrointestinali da compressione, raramente alterazioni del ciclo mestruale nelle donne non in menopausa).
Di qui la difficoltà di effettuare il più delle volte una diagnosi precoce e tempestiva: quasi sempre la malattia viene scoperta quando ha già raggiunto uno stadio avanzato.
Il trattamento dei tumori ovarici è essenzialmente chirurgico: tuttavia la strategia terapeutica globale tiene conto di vari fattori, come il tipo istologico, il grading, e soprattutto lo stadio della malattia.
Nel caso di pazienti giovani, desiderose di prole e con cistoadenocarcinoma ai primi stadi si può asportare solo l’ovaio colpito seguendo accuratamente la paziente nel tempo.
Nei casi più avanzati è d’obbligo procedere a interventi più demolitivi con asportazione di entrambe le ovaie, dell’utero, dell’omento, e consolidando il risultato chirurgico con cicli di radioterapia e soprattutto con chemioterapia.
I risultati migliori sono stati ottenuti utilizzando combinazioni farmacologiche con cisplatino, adriamicina e ciclofosfamide.
Attualmente non si intravedono possibilità di prevenzione soddisfacenti: la diagnosi precoce si basa sui frequenti controlli ginecologici.
Il cistoadenocarcinoma prende origine in larga parte nell’epitelio di rivestimento dell’ovaio (rappresenta la quasi totalità delle neoplasie maligne di quest’organo).
Fra i tumori dell’apparato genitale femminile è secondo solo al cancro dell’utero.
Colpisce perlopiù donne in età di menopausa: oltre all’età sono considerati fattori di rischio l’assenza di gravidanze, un menarca precoce e una menopausa tardiva.
Istologicamente viene classificato in vari sottotipi (sieroso, mucinoso, endometrioide, a cellule chiare, indifferenziato, tumore di Brenner): il tipo sieroso è il più comune (circa i due terzi dei casi) e in quasi la metà delle donne colpite è bilaterale.
La neoplasia può raggiungere dimensioni notevoli senza dare sintomi particolari (vago senso di gonfiore addominale, disturbi urinari o gastrointestinali da compressione, raramente alterazioni del ciclo mestruale nelle donne non in menopausa).
Di qui la difficoltà di effettuare il più delle volte una diagnosi precoce e tempestiva: quasi sempre la malattia viene scoperta quando ha già raggiunto uno stadio avanzato.
Il trattamento dei tumori ovarici è essenzialmente chirurgico: tuttavia la strategia terapeutica globale tiene conto di vari fattori, come il tipo istologico, il grading, e soprattutto lo stadio della malattia.
Nel caso di pazienti giovani, desiderose di prole e con cistoadenocarcinoma ai primi stadi si può asportare solo l’ovaio colpito seguendo accuratamente la paziente nel tempo.
Nei casi più avanzati è d’obbligo procedere a interventi più demolitivi con asportazione di entrambe le ovaie, dell’utero, dell’omento, e consolidando il risultato chirurgico con cicli di radioterapia e soprattutto con chemioterapia.
I risultati migliori sono stati ottenuti utilizzando combinazioni farmacologiche con cisplatino, adriamicina e ciclofosfamide.
Attualmente non si intravedono possibilità di prevenzione soddisfacenti: la diagnosi precoce si basa sui frequenti controlli ginecologici.
Altri termini medici
Meningoencefalite
Processo infiammatorio dell’encefalo a cui partecipano anche le meningi, con conseguente sintomatologia meningitica (vedi meningite), associata a quella encefalitica (vedi...
Definizione completa
Landry, Sìndrome Di
Paralisi flaccida e anestesia totale ascendente che colpisce dapprima i muscoli degli arti inferiori, poi quelli del tronco, degli arti...
Definizione completa
Anchìlosi
Limitazione o abolizione dei movimenti di un’articolazione. Si può verificare in caso di processi infiammatori o traumi dell’articolazione o delle...
Definizione completa
Tibiale Anteriore, Muscolo
Muscolo che origina dal terzo medio della tibia e si inserisce sulle ossa che costituiscono la prima articolazione metatarso-falangea....
Definizione completa
Quadrantopsìa
Perdita di un quarto del campo visivo. Il quadrante interessato varia a seconda della porzione delle vie ottiche interessate....
Definizione completa
Cheratoiridociclite
Infiammazione della cornea, dell’iride e del corpo ciliare....
Definizione completa
Capitello
Termine che indica l’estremità di certe ossa, per le sue analogie morfologiche con un capitello architettonico (capitello del radio)....
Definizione completa
Posologìa
Branca della farmacologia che studia la determinazione della dose, cioè della quantità di medicamento, da somministrare al paziente; più comunemente...
Definizione completa
Diamo i numeri
Orgogliosi dei nostri numeri e dei servizi che offriamo.
7650
termini medici
6503
giorni online
630791
