Organoterapìa
Definizione medica del termine Organoterapìa
Ultimi cercati: Oròptero - Otomicosi - Deciduosarcoma - Desossiribonuclèico, àcido - Destrosio
Definizione di Organoterapìa
Organoterapìa
Pratica terapeutica, appartenente alle cosiddette terapie naturali, che utilizza estratti ghiandolari e tessuti omologhi, diluiti e dinamizzati come i rimedi omeopatici; differisce dall’opoterapia, che impiega gli stessi principi attivi, ma in quantità pesabili (dosi ponderali).
L’organoterapìa si propone di agire sulle ghiandole e sui tessuti del corpo umano per riequilibrarne il funzionamento perturbato, stimolandoli o frenandoli secondo regole precise.
Uno dei principi basilari dell’organoterapìa sostiene che l’organo malato è sensibile al suo omologo sano: dunque per agire su un certo organo si debbono somministrare estratti diluiti e dinamizzati di questo stesso organo (per esempio, per curare l’intestino si somministrano estratti di intestino).
Un altro principio è basato sulla proprietà trifasica del medicamento omeopatico, secondo la quale esso esercita un’azione eccitatrice, o frenatrice o regolatrice, a seconda delle diluizioni.
Le diluizioni 4-5 CH sono stimolatrici; le diluizioni 9-15 CH sono inibenti; mentre le diluizioni 7 CH sono regolatrici.
I prelievi d’organi sono realizzati su animali (bue, montone o suino) riconosciuti sani; dagli organi viene preparata la tintura madre e da qui le successive diluizioni, secondo il metodo centesimale hahnemaniano.
Queste vengono somministrate in genere per via orale, o in supposte per via rettale.
L’organoterapìa si propone di agire sulle ghiandole e sui tessuti del corpo umano per riequilibrarne il funzionamento perturbato, stimolandoli o frenandoli secondo regole precise.
Uno dei principi basilari dell’organoterapìa sostiene che l’organo malato è sensibile al suo omologo sano: dunque per agire su un certo organo si debbono somministrare estratti diluiti e dinamizzati di questo stesso organo (per esempio, per curare l’intestino si somministrano estratti di intestino).
Un altro principio è basato sulla proprietà trifasica del medicamento omeopatico, secondo la quale esso esercita un’azione eccitatrice, o frenatrice o regolatrice, a seconda delle diluizioni.
Le diluizioni 4-5 CH sono stimolatrici; le diluizioni 9-15 CH sono inibenti; mentre le diluizioni 7 CH sono regolatrici.
I prelievi d’organi sono realizzati su animali (bue, montone o suino) riconosciuti sani; dagli organi viene preparata la tintura madre e da qui le successive diluizioni, secondo il metodo centesimale hahnemaniano.
Queste vengono somministrate in genere per via orale, o in supposte per via rettale.
Altri termini medici
Ciclite
Infiammazione del corpo ciliare, perlopiù associata a processo infiammatorio a carico dell’iride, per cui si parla di iridociclite, o uveite...
Definizione completa
Chiasma
Figura intrecciata costituita dai quattro cromatidi che durante la meiosi cellulare, dopo essersi accoppiati in una tetrade, scambiano tra di...
Definizione completa
Fibroadenoma
Tumore benigno di origine connettivale con una componente ghiandolare variabile. Tipico è il caso del fibroadenoma mammario. Colpisce per lo...
Definizione completa
Cocchi
Batteri di forma approssimativamente sferica, quasi mai staccati gli uni dagli altri. Si presentano appaiati (diplococchi), formanti catenelle (streptococchi) o...
Definizione completa
Sbadiglio
Inspirazione lenta e profonda con apertura forzata della bocca, delle fauci e della glottide; viene considerato un atto respiratorio accessorio...
Definizione completa
Fotoallergìa
Ipersensibilità alla luce solare; si instaura con meccanismo di tipo allergico, probabilmente tramite la formazione di anticorpi contro i costituenti...
Definizione completa
Proencèfalo
(o prosencefalo), parte dell’encefalo dell’embrione che deriva dalla prima (o anteriore) delle tre vescicole cerebrali e che dà origine a...
Definizione completa
Diamo i numeri
Orgogliosi dei nostri numeri e dei servizi che offriamo.
7650
termini medici
6103
giorni online
591991